Stamattina stavo ascoltando la radio, come sempre...mi fa una gran compagnia.
Hanno letto questa lettera e non potevo non pubblicarla...
Non conosco questa cantante, forse l'ho anche già sentita non sapendo che fosse lei.
Non so che genere canti, non mi interessa, come non mi interessa che tipo di vita abbia o abbia avuto.
La cosa che mi ha colpito...questa lettera. Quale altro personaggio famoso avrebbe fatto una cosa del genere per un cane o qualsiasi altro animale?
Chi potrebbe mai rifiutare un tour per questo??? LEI!!!
Davvero una lettera toccante, che per l'ennesima volta ci fa capire quanto siano più "umani" gli animali, quanto il loro affetto sia vero e non sia tutto calcolato.
Ecco la lettera...
Scrivo questa lettera di venerdì alle 6 del pomeriggio ad alcune migliaia di amici che devo ancora incontrare. Scrivo
per chiedere di cambiare programma e vederci in un altro momento. Ecco
perché. Ho un cane che si chiama Janet, ed è malata da due anni
ormai, visto che un tumore le sta crescendo piano piano nell'addome.
L'ho presa che aveva solo 4 mesi, io avevo 21 anni, ufficialmente
un'adulta - e lei è stata mia figlia.
È un pitbull, ed è stata trovata a
Echo Park con una corda attorno al collo e morsi sulle orecchie e sul
muso. Era quella che usavano nei combattimenti tra cani per far
arrabbiare gli altri contendenti. Ha quasi 14 anni e non l’ho mai vista
lottare, mordere o persino ringhiare, quindi posso capire perché
avessero scelto lei per questo ruolo orribile. È una pacifista.
Janet è stato il rapporto più consistente della mia vita, e questo è un dato di fatto.
Abbiamo cambiato numerose case, famiglie, ma siamo sempre state veramente noi due.
Dormiva
nel letto con me, con la testa sul cuscino, ha accolto la mia
isteria, il mio volto in lacrime sul suo petto, con le zampe intorno a me,
ogni volta che avevo il cuore spezzato.
Era sotto il pianoforte quando scrivevo le canzoni, abbaiava ogni
volta che cercavo di incidere qualcosa, ed era nello studio con me
quando abbiamo registrato l’ultimo album. L’ultima volta che sono
tornata a casa da un tour, era vivace come al solito, è abituata a stare
lontano da me per poche settimane ogni 6 o 7 anni. Ha la malattia di
Addison, che le rende pericoloso viaggiare perché ha bisogno di
iniezioni regolari di idrocortisone, perché reagisce allo stress e
all’eccitazione senza gli strumenti psicologici che salvano la maggior
parte di noi dall’andare nel panico fino a morirne. Malgrado tutto
questo, è sempre felice e giocherellona, e ha smesso di comportarsi come
un cucciolo solo tre anni fa.
È la mia migliore amica e mia madre e mia figlia, la mia benefattrice ed è lei che mi ha insegnato cosa sia l'amore.
Non posso venire in Sud America. Non adesso.
Quando sono tornata dall'ultima tappa del tour americano, c'era una grande, grande differenza.
Non vuole nemmeno fare più passeggiate.
So che lei non è triste di invecchiare o morire. Gli animali hanno un istinto di sopravvivenza, ma non hanno un senso di mortalità e vanità.
Ecco perchè sono molto più presenti delle persone.
So che si avvicina il momento in cui smetterà di
essere un cane e invece sarà parte del tutto. Sarà nel vento, e nella
terra, e nella neve e in me, dovunque io andrò. Non posso lasciarla ora,
cercate di capirmi. Se riparto, ho paura che non avrò l'onore di
cantare per lei finché non si addormenterà, di accompagnarla verso dove
deve andare.
Ogni tanto mi ci vogliono venti minuti per decidere che
calzettoni voglio mettere prima di andare a letto.
Questa decisione
invece è istantanea. Queste sono scelte che ci rendono quello che siamo,
che ci definiscono, e io non voglio essere quella che mette la carriera
prima dell'amore e dell'amicizia.
Sono la donna che rimane a casa e cucina Tilapia per la mia più cara e vecchia amica. E la aiuto a stare bene, a farla sentire confortata, al sicuro e importante.
Molti di noi in questi giorni, temono la morte di una persona cara. E' la brutta verità della vita, che ci porta a sentirci terrorizzati e soli.
Vorrei che potessimo apprezzare il
tempo che ci rimane prima della fine. So che negli ultimi momenti avrò
la più travolgente consapevolezza di lei, della sua vita e del mio amore
per lei. Ho bisogno di fare l’impossibile per esserci. Perché quando
morirà sarà l’esperienza più bella, più intensa, più significativa della
mia vita. Così resto a casa, e la ascolto russare e rantolare, e
rigirarsi nel respiro più paludoso e orribile che sia mai stato emanato
da un angelo.
E vi chiedo la vostra benedizione.
Fiona