lunedì 24 ottobre 2011

E poi per caso..ti dai al volley

E poi per caso inizio a giocare a pallavolo, mi piace lo sport, mi piace stare tra la gente e mi piace far parte di una squadra.
All'età di 12 anni smetto di giocare a basket per problemi alle ginocchia, mi fermo per il periodo estivo, ma a settembre non ne voglio sapere di star ferma. Le mie ginocchia sembrano star meglio, a quanto pare ho smesso di crescere e comincio a seguire un corso a scuola di pallavolo. Inizio ad imparare le cose basi, palleggio, bagher, battuta, attacco e nasce l'amore per questo sport.
Mi iscrivo così in una squadra di csi, dove in poco tempo inizio a giocarmela. Finito il campionato però..la squadra per ragazze della mia età non si fa più, così devo prendere una decisione, smettere o ricominciare da capo?
Ci rifletto un po', la mia migliore amica gioca al Sanpaolo Cantù e lì son davvero brave, come vorrei diventare io, ma non mi sento all'altezza, non amo far figuracce, così decido di darmi al nuoto, almeno fa bene e rinforzo le ginocchia.
Con delle amiche inizio anche a fare hip hop. Mi piace, mi piace ballare, ma non è il mio sport.
Nel frattempo, gli anni passano, sono ormai alle superiori e per caso, facendo ginnastica, un mio prof, che ai tempi allenava al Sanpaolo mi dice: <<Sei portata per lo sport, perchè non vieni a provare da noi?>>
Inutile dire che non vedo l'ora di iniziare seriamente a giocare, e accetto subito.
Qualche mese di allenamento con la prima squadra e l'anno dopo inizio ad allenarmi in under 18.
Gli allenamenti sono molto diversi da quelli a cui ero abituata, più duri se così si può dire, qua si fa sul serio e le allenatrici vogliono il massimo.
E io...e io non so fare nulla, devo imparare tutto da capo, e in modo corretto. Le prime settimane di allenamenti sono duri per me, non tanto fisicamente quanto emotivamente. Continuo a sbagliare, la palla non va dove voglio, le altre sono più brave, le allenatrici continuano a sgridarmi e io mi sento sempre più giù, quasi convinta che non imparerò mai e invece...e invece faccio il mio esordio come centrale, in un set della prima partita di campionato, me la ricordo ancora bene, era a Portichetto. Non sapevo giocare bene, ma sarà stata fortuna, sarà stata una serie di coincidenze e a fine partita tutti mi fanno i complimenti per come ho giocato, e io sono la ragazzina più felice su questa terra.
Passato un anno, cambio allenatore, stessa squadra e divento titolare.
Durante quest'ultimo anno di U18 imparo davvero molto e continuo ad imparare negli anni successivi in Prima Divisione. Sarà merito mio, sarà merito sicuramente del coach, sempre lo stesso e delle amiche e compagne che si allenano con me. Imparo ad attaccare diversi tipi di palle, a battere più o meno bene (..questo dipende dal periodo :-) ), ma la cosa fondamentale che imparo in questi anni praticando questo sport stupendo è il NON ARRENDERSI MAI, il NON DARSI MAI PER VINTI, di AVERE GRINTA SEMPRE E COMUNQUE.
Che se una cosa non la sai fare, con tanta pazienza, allenamento e sacrificio, riuscirai a farla.
Che uno sport di squadra ti insegna a vivere, a stare con gli altri e a rispettarli, anche gli avversari.
Che l'importante non è vincere, ma essere consapevoli di aver dato tutto ciò che si poteva dare.
Che molta gente che incontri sul tuo cammino, non sono solo compagni di squadra o avversari, ma che possono diventare anche dei grandi amici.
Che a volte grazie a questo sport, puoi trovare una persona davvero SPECIALE!

Ed ora....ed ora ho l'occasione di giocare in B2, una di quelle occasioni che se le rifiuti, un giorno potresti pentirtene e dire..chissà se fossi andata, chissà se avessi provato..
Io ho deciso di non farmela scappare.
E' sicuramente un gran bel salto per me, ma ce la metterò tutta.
Come ogni cosa che faccio cercherò di dare il massimo, mi impegnerò e sicuramente qualche risultato arriverà.
Oltretutto il fatto di essere circondata da compagne con più esperienza a questo livello, anche solo il fatto di studiare come si muovono in campo, di ricevere i loro suggerimenti e correzioni è un piacere.
Vedere loro così grintose, "cattive" quando serve, non fa altro che caricarmi.

Presentazione Sunsystem Albese 2011-2012

martedì 18 ottobre 2011

Cose dell'altro mondo


Ieri sera siamo andati a vedere Cose dell'altro mondo, una commedia che fa molto riflettere.
Riassumendo brevemente il film in 5 punti:
1) Una città del Nordest d'Italia.
2) L'immigrazione incide sul tessuto sociale.
3) Un industriale non la sopporta nella maniera più assoluta e scarica tutta la sua xenofobia in uno spazio a lui riservato nella tv locale che finanzia.
4) Un mattino tutti gli extracomunitari e gli stranieri in genere scompaiono dal territorio.
5) Bisogna arrangiarsi da soli.

Dunque da dove iniziare....di cose da dire ce ne sarebbero tante.
Innanzitutto credo che questo non sia un luogo comune solo del nordest d'Italia, ma più o meno di tutto il nostro paese. La gente non vede di buon occhio gli extracomunitari, e per qualsiasi cosa accada i primi ad essere additati sono loro. Questo è merito della mente chiusa che ci ritroviamo, mi ci metto anche io perchè a volte mi rendo conto di quanto sbagliamo a pensarla in certi modi.
Se ci fermiamo un attimo a pensare però ci rendiamo conto che un po' di vero nel film c'è...senza di loro non sapremmo andare avanti.
Ormai certi lavori li fanno solo loro..badanti, spazzini, muratori, lavori duri senza il quale però non sapremmo come fare, chi curerebbe la mamma o la nonna anziana, chi pulirebbe le strade e chi, costruirebbe le case?
Non vuol dire che se un extracomunitario commette qualcosa di grave, dal rubare all'ammazzare qualcuno, lo debbano fare tutti. Anche gli italiani rubano, e soprattutto anche gli italiani uccidono!
C'è gente che arriva in Italia con le intenzioni più serie di questo mondo, per mantenere la propria famiglia magari rimasta nel paese d'origine o per trovare lavoro e ricrearsi una vita qui, quindi chi siamo noi per vietare loro di provare a dare il loro contributo per migliorare questo paese?

L'altra sera stavo parlando con Silvia, un'amica conosciuta grazie alla pallavolo.
Parlava della sua esperienza in Senegal, una di quelle esperienze che faresti mille volte, una di quelle che ti cambia la vita, una di quelle che ti fa dire in che paese di M..... che abito e ti fa passare la voglia di tornare a casa.
Un mese o più passato tra i bambini...piccoli, poveri, senza niente, ma FELICI!
Loro sì che sanno essere felici, non gli importa avere le scarpe firmate o l'ultimo videogioco, ma l'importante è ricevere anche solo un sorriso.
Silvia quando me ne parlava aveva il magone, si vedeva quanto le mancassero quei giorni passati tra loro, i loro sorrisi. Dice che non si capiscono le emozioni che prova finchè non si fa un'esperienza del genere. Racconta di come in Africa il saluto sia importante, loro non abbassano lo sguardo quando sulla loro strada incontrano uno sconosciuto, loro lo salutano...e NOI? E noi di cosa abbiamo paura? Salutare è educazione...non ci mangiano mica! E allora perchè non farlo?

Penso che per cambiare grandi cose, si debba cominciare dalle più piccole, che sia il salutare, che sia il rivolgere una parola che non sia un insulto o anche solo un sorriso.
Io ci provo, saluto, rivolgo sorrisi a sconosciuti e il piacere più grande è essere contraccambiata. Spesso, per dire, vengo salutata di più da extracomunitari che da italiani. E la cosa che non sopporto è quando saluti e la gente ti guarda e sta zitta. Ma ce la faiiiii???? MALEDUCATO/A!

oooooooh, mi sono liberata! :-)
A presto

martedì 11 ottobre 2011

Attaccamento alla vita

Settimana scorsa, leggendo giornali sul web, mi sono imbattuta in un articolo. Tra le tante lotte tra politici, le solite cavolate dei vip e le coppie scoppiate, la mia attenzione va a questo triste articolo: Morta Annalisa: sul blog raccontava il cancro.
Sinceramente non ne ho mai sentito parlare, ultimamente non ho neanche il tempo di guardare un telegiornale, ma a quanto ho potuto leggere, diversi programmi tv e tg parlavano di lei.
Annalisa era una giovane malata di cancro che raccontava la sua malattia su un blog, il SUO blog, seguitissimo tra l'altro e sperava, sognava, sapendo comunque che non ne sarebbe uscita.
Mi sono fiondata immediatamente sul suo blog, per cercare di capire cosa aveva di speciale questo angelo e lo si capisce subito...
AnnastaccatoLisa, come amava farsi chiamare, alternava momenti di gioia, di speranza, a momenti tristi, difficili, raccontando i suoi stati d'animo, i suoi dolori e la voglia di vivere, di tornare a casa, di guarire. La sua voglia di essere una donna normale, sana, di poter fare il viaggio di nozze con il suo "qualcuno", come lo definiva lei, che durante tutta la sua brutta esperienza le è sempre stato accanto.
Nonostante la bestiaccia che aveva dentro di sè AnnastaccatoLisa viveva qualsiasi cosa al massimo, non si faceva condizionare dalla sua malattia, apparte i giorni difficili.
Era contenta quando andarono ad intervistarla quelli della tv, quando parlavano di lei, quando il centro in cui si trovava veniva sommerso di regali, lettere per lei.
Era felice quando parlava del giorno del suo matrimonio, una data importante per lei, felice, ma forse anche un po' triste.
Sono rimasta colpita dalla forza che questa ragazza ha avuto nel raccontarsi e di stare accanto agli altri, magari anch'essi nella stessa sua situazione.
Colpita dall'Amore, con la A maiuscola, di suo marito, che le è sempre stato accanto, nonostante i periodi più duri.
Colpita dalla sua voglia di vivere, nonostante sapesse che quel male non sarebbe mai passato.
Colpita dalla sua determinazione, dalla sua lucidità nel raccontare tutto e rendere partecipi tutti delle sue gioie e dolori e in qualche modo di stargli vicina, rispondendo a lettere, e-mail.

Ora mi chiedo, perchè questo attaccamento alla vita, la voglia di star bene, di vivere ogni cosa al meglio, non ce la facciamo venire anche non in circostanze estreme come queste?
Cioè..so bene che non ti rendi conto dell'importanza di una cosa, in questo caso della vita, finchè non la stai perdendo, però mi rendo anche conto che oggi siamo presi da tutt'altro.
Siamo presi dal lavoro, dallo sport, da qualsiasi cosa sia..e ci scordiamo di vivere, ci scordiamo i piccoli piaceri, ci scordiamo che a volte forse è più bello un imprevisto, qualcosa di inaspettato, imprevedibile.
Che ogni tanto è più bella una sera tra le braccia del tuo Amore piuttosto che andare in discoteca.
Che i lunghissimi pranzi coi parenti durante le feste sono speciali, che ora potrebbero sembrarti noiose, ma che un giorno forse potresti rimpiangere.
Che determinazione, voglia e passione ti aiutano a raggiungere gli obbiettivi.
Che gli amici, quelli veri, ci saranno sempre a sostenerti.
Che i genitori, saranno sempre al tuo fianco.
Che la vita è una sola quindi VIVIAMOLA!

venerdì 7 ottobre 2011

Un posto nel mondo

Inizio questo blog per poter dare il mio punto di vista sul mondo e sulla vita. Ma soprattutto per poter leggere magari tra qualche anno queste parole e dire..caspita quante cose ho vissuto e pensato.
Per prima cosa direi che...mi presento.
Sono una ragazza di 22 anni, ah...come passano gli anni.
Quando da piccola sentivo i più grandi dire che il tempo volava, sinceramente non ci credevo molto.
Forse era la scuola che rendeva tutto più noioso, non permetteva di vivere le esperienze a pieno o forse non ne sono stata in grado io.
Ormai lavoro da un anno e mezzo e spesso mi ritrovo a pensare agli anni passati e penso davvero di non aver vissuto a pieno tutta quella che è stata la mia esperienza a scuola. Ero più impegnata ad andar bene a scuola che a vivere. Ho vissuto e coltivato poco quelle amicizie nate tra i banchi di scuola e un po' mi dispiace, mi dispiace aver perso qualcuno per strada, ma sono contenta di averne rincontrati altri.
Gioco a pallavolo da più o meno 7 anni. Prima ho praticato altri sport tra cui basket, ginnastica artistica e nuoto, ma la pallavolo....è la pallavolo.
Ho iniziato grazie a conoscenze, perchè ero portata, coordinata e per quell'età anche abbastanza alta. Grazie a questo sport ho incontrato tantissime persone, qualcuna solo di passaggio, ma altre che nella mia vita ci sono ancora ed occupano anche un bel posticino.
Ora sono stra-impegnata, lavoro, alleno e mi alleno..e il tempo vola davvero in fretta. Non fa in tempo ad iniziare la settimana che è già venerdì..e non è che mi dispiaccia la cosa. Sono contenta di avere una vita piena, almeno ora che posso. Per la vita privata resta ben poco tempo, ma ogni singolo momento me lo vivo a pieno..ed è stupendo.
PENSO POSITIVO ed è questo il bello, sono circondata da belle persone, ho un lavoro (il che in questo periodo è fondamentale) e faccio ciò che mi piace, cosa potrei desiderare di meglio?